La storia insegna?!

Speciale 25 Aprile
La storia insegna...
...l'uomo non impara!

Roma - Nel giorno di una delle ricorrenze più importanti della storia italiana, ho provato a seguire le manifestazioni organizzate in tutta Italia ed ho pensato ad un articolo, un post, da scrivere per mostrare il mio interesse. Ascoltando ed osservando i vari avvenimenti ed interventi di "esimi" esperti di liberazione, non ho potuto far a meno di deprimermi e rinunciare a scriverci su. Tra fischi, contestazioni e cortei, ho potuto notare l'infinita mancanza di Memoria che pervade il nostro Paese. Sono rimasto sconcertato soprattutto da un episodio avvenuto a Lovere, provincia di Bergamo: vandali bruciano lapide di Bortolo Pezzutti, partigiano ucciso da un gruppo di fascisti per aver esibito il foulard rosso, simbolo di rivoluzione in quel periodo. (http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/trentino/2012/04/25/25-aprile-bruciata-lapide-partigiano-trucidato-Seifert_6772600.html)
Cosa abbiamo imparato dalla nostra storia?
E' questo che mi chiedo quando leggo tali notizie.
La Resistenza ai giorni nostri si riduce ad un capitolo sul libro di storia delle superiori e qualche discorso in ricorrenze come quella di ieri.
Eppure i nostri nonni c'erano, ce l'hanno raccontato (quelli che sono sopravvissuti); ed allora perchè non riusciamo a comprendere l'importanza di eventi che avrebbero la forza di segnare la storia di un Paese, di un Popolo?
All'italiano manca il coraggio della memoria!
E' questa l'unica risposta che riesco a darmi.
L'episodio accaduto ieri è la manifestazione di una confusione storica che non ha precedenti ed è figlia di un'Italia che, dal dopoguerra in poi, ha smarrito la strada, allontanandosi man mano dal percorso indicato dalla Costituzione ed ha permesso che la politica democratica, nata per scongiurare nuove derive ideologiche, diventasse affare di élites che curano interessi di pochi, sfruttando il lavoro di molti.
So che dicendo ciò rischio di arricchire la schiera dei demagoghi e populisti, ma dagli eventi degli ultimi Quarant'anni si evince questo... solo questo!
Dall'altro lato comprendo le parole (e così torniamo agli eventi di ieri) dle Presidente della Repubblica, Napolitano, nel cercare di riaffermare il primato dei Partiti nella vita politica del Paese.
Il problema non è il sistema politico, ma le persone che operano in tale sistema.
Ed in tema di memoria concludo con le parole di un partigiano, che , meglio di qualsiasi "esimio" nostro politico contemporaneo ha spiegato il significato della partecipazione...
" Tutti i giorni ci hanno detto che la politica è un lavoro da specialisti [...]
E invece la cosa pubblica siamo noi: dobbiamo curarla direttamente, personalmente, come il nostro lavoro più delicato e importante"

Giacomo Ulivi. Partigiano fucilato a Modena nel 1944
 assieme ad Emilio Po ed Alfonso Piazza,
 partigiani anche loro.

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